Il brutto di internet si vede soprattutto d’estate
Non vorreste che la lista di link su cui cliccare fosse quantomeno attendibile?
Venti anni fa, il world wide web era un mix perfetto di informazione ed intrattenimento, in cui le persone credevano senza appello. Al bando la vecchia carta stampata, viva l’informazione libera ed istantanea sul web!
Poi, sono arrivate le fake news, le “inutili” (ma innocue) classifiche in stile “BuzzFeed” e l’ossessione per il traffico. Tutti ci hanno mangiato, dalla politica al giornalismo, per ritrovarsi, poi, con un pugno di mosche in mano.
Oggi non basta più lanciare una query su Google Search per trovare le informazioni di cui abbiamo bisogno. Il web è infestato da notizie false e tendenziose con cui dobbiamo fare i conti. Mi chiedo: Internet è ancora sinonimo di libertà? Oppure è un semplice ambiente in cui dare libero sfogo alle proprie peggiori pulsioni?
Non è colpa dei Social Media oppure dell’Intelligenza Artificiale. O meglio, non solo. Il vero problema è soprattutto il nostro “congenito voyeurismo mediatico”, che si rispecchia nei nostri click e, quindi, si ripercuote sulla definizione di ciò che funziona oppure non funziona sul web. Gli editori non fanno altro che muoversi di conseguenza, dandoci in pasto sempre più materiale scadente su cui cliccare. È un circolo vizioso, da cui è molto complesso uscire.
Da una parte, è più che comprensibile la scelta di Google di privilegiare la Brand Reputation, più della qualità dei contenuti pubblicati, nei risultati della SERP. Qualcuno potrebbe obiettare (ed una parte di me sarebbe senz’altro d’accordo) che questo approccio finirà col tagliare le gambe a chi si presenta per la prima volta sulla piazza e, magari, ha più di qualcosa da dire.
Proviamo a metterci per un attimo nei panni degli utenti: non vorreste che la lista di link su cui cliccare fosse quantomeno attendibile? È una domanda difficile a cui rispondere. Probabilmente, la più difficile. Chi stabilisce che una lista di link sia davvero attendibile? Servono dei criteri e, forse sbagliando, Google sta provando (con dubbi risultati) a definirne alcuni.
Ci vorranno decenni per affinare queste tecniche perché, nel frattempo, le esigenze delle persone si saranno modificate ulteriormente, evidenziando criticità fino ad allora neanche immaginate. Per navigare su Internet e tirarne fuori qualcosa di utile, bisogna fare attenzione. Ci si può trovare tutto e “di” tutto. Contemporaneamente.